Don Bosco aveva già un forte ascendente sui ragazzi, ma fu dopo l’incontro con un giovane, Bartolomeo Garelli, che si rese conto di come un interesse sincero e affettuoso per l’altro potesse cambiare la vita di una persona. L’8 Dicembre del 1841 Bartolomeo, orfano e semianalfabeta, era venuto ad ascoltare la Messa, ma quando un altro prete lo aveva cacciato via a bastonate dopo avergli chiesto di servire la Messa ed essersi sentito rispondere che non sapeva farlo, don Bosco lo fece richiamare subito indietro. Dopo averci parlato, lo invito a tornare per fare catechismo e con i suoi amici.
Mi alzai e feci il segno della santa Croce per cominciare. Mi accorsi però che Bartolomeo non lo faceva, non ricordava come doveva farlo. In quella prima lezione di catechismo gli insegnai a fare il segno di Croce, gli parlai di Dio Creatore e del perché Dio ci ha creati.
Non aveva una buona memoria, tuttavia, con l’attenzione e la costanza, in poche lezioni riuscì a imparare le cose necessarie per fare una buona confessione e, poco dopo, la sua santa Comunione. A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. Durante quell’inverno radunai anche alcuni adulti che avevano bisogno di lezioni di catechismo adatte per loro. Pensai soprattutto a quelli che uscivano dal carcere. Toccai con mano che i giovani che riacquistano la libertà, se trovano un amico che si prenda cura di loro, sta loro accanto nei giorni festivi, trova per loro un lavoro presso un padrone onesto, li va a trovare qualche volta lungo la settimana, dimenticano il passato e cominciano a vivere bene. Diventano onesti cittadini e buoni cristiani. Questo è l’inizio del nostro Oratorio, che fu benedetto dal Signore e crebbe come non avrei mai immaginato.
Don Bosco, con un solo incontro, ottenne diversi risultati: diede inizio all’oratorio; dimostrò che l’amore forte può vincere sulla forza e sulla violenza; da un solo ragazzo, la sua “catechesi” si espanse presto a tantissime altre persone (“chi ben comincia…”, basta iniziare!); la sua opera pastorale, iniziata con un ragazzo in chiesa, presto raggiunse anche i più lontani e disadattati come i carcerati o gli ex-carcerati (non c’è limite né di appartenenza né sociale alla forza dell’amore!).
Tutto questo con un solo gesto, fatto in una piccola sacrestia…
(Tratto da 200db – Elledici 2014)